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Frattali. Visite Virtuali al tempo del COVID-19 (1-14)

5 aprile 2020

Dall’8 marzo, viste le restrizioni di movimento man mano intensificatesi, giornalmente ho postato su facebook una o più foto tratte dall’archivio digitale dei miei viaggi degli ultimi anni. Un modo per riguardare e richiamare alla mente – e agli occhi – luoghi e artisti che avevo apprezzato o che mi avevano comunque colpito; nel contempo, ai tempi del #iorestoacasa, una modalità per tener aperti i contatti con i miei amici digitali. Frattali di bellezza e pertanto di speranza.

Di seguito le prime due settimane di fotografie con i testi (didascalie e talvolta qualcosa di più) e i link che le accompagnavano.

 

Visite virtuali al tempo del COVID-19 (1) #iorestoacasa

Roberto Valturio: “De re militari”

Scritto dal calligrafo Giovanni Andenna di Coblenza e illustrato da Giovanni Vendramin.

Secolo XV (1472)

Roberto Valturio, umanista della corte di Sigismondo Malatesta, signore di Rimini, scrisse il famoso trattato sull’arte della guerra a metà del Quattrocento. Questa copia della Capitolare di Padova fu redatta nel 1472 per il vescovo Jacopo Zeno, il cui stemma compare sul frontespizio.

Padova, Biblioteca Capitolare

 

Visite virtuali al tempo del COVID-19 (2) #iorestoacasa

Pathé Foundation / Paris

Progettazione: Renzo Piano Building Workshop

2006-in progress

Esposta a Padova nel Palazzo della Ragione: Mostra “Renzo Piano Building Workshop – Pezzo per Pezzo” (marzo-luglio 2014).

La nuova sede della Fondation Jérôme Seydoux-Pathé di Parigi, progettata da Renzo Piano, viene inaugurata il 5 settembre 2014.

La Fondazione promuove l’arte cinematografica e conserva la collezione della storica società cinematografica Pathé, fondata nel 1896.

 

Visite virtuali al tempo del COVID-19 (3) #iorestoacasa

Polittico dell’Apocalisse: è un dipinto a tempera e oro su cinque tavole di Jacobello Alberegno, pittore veneziano (+ 1397) databile al 1360-1390 circa e conservato nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Originariamente il polittico era nella chiesa di S. Giovanni Evangelista, sull’isola di Torcello; rappresenta cinque visioni descritte nell’Apocalisse di San Giovanni.

Questa tavoletta (la prima) rappresenta la grande meretrice Babilonia, seduta su una creatura con sette teste e dieci corna. Porta in mano la coppa “colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione” e vomita il “sangue dei santi e dei martiri di Gesù”. Il numero in basso richiama il corrispondente capitolo dell’apocalisse.

Allego in calce[1] per documentazione il cap. 17 (e il 18, strettamente collegato), da leggere “laicamente”. Astengasi impressionabili e soggetti a crisi/deliri neo-religiosi. (Traduzione dalla Bibbia interconfessionale, ed. LCD)

 

Visite virtuali al tempo del COVID-19 (4) #iorestoacasa

ADOLFO WILDT (Milano 1.03.1868 – 1.03.1931)

Ritratto di Franz Rose (1913) Marmo

Un rosario (1915) Gesso con doratura nella treccia.

Ca’ Pesaro – Venezia

 

Visite virtuali al tempo del COVID-19 (5) #iorestoacasa

NAPOLEONE MARTINUZZI (Murano 1892 – Venezia 1977)

> Pugile (1939) Bronzo

Ca’ Pesaro – Venezia

 

Visite virtuali al tempo del COVID-19 (6)   DSC09582 #iorestoacasa

ARTURO MARTINI (Treviso 1889 – Milano 1947)

> Prostituta (1913) Terracotta dipinta a freddo

Ca’ Pesaro – Venezia

Cfr. Lo scultore e la prostituta

 

Visite virtuali al tempo del COVID-19 (7) #iorestoacasa

Per questo weekend “andiamo” a Vicenza

 

 

ANDREA PALLADIO, (Padova 1508 – Maser 1580)

Teatro Olimpico (progettato nel 1580, inaugurato nel 1585)

Vicenza

 

Visite virtuali al tempo del COVID-19 (8) #iorestoacasa

Vicenza. Passeggiando per la città, a Ponte S. Paolo si trova questo in bronzo Busto dedicato a Neri Pozza (1912-1988), partigiano, scrittore e fondatore di una delle Case editrici più interessanti del panorama editoriale italiano. Ha anche recitato a fianco dei Gian Maria Volonté ne “Il terrorista(1963) di Gianfranco De Bosio.

Il busto è opera dello scultore vicentino Nereo Quagliato, bronzo forgiato e inaugurato in occasione del centenario della nascita di Neri Pozza (2012). Altre opere di questo significativo sculture vicentino, da lui donate alla città, sono collocare a Palazzo Chiericati; fra queste le “Bagnanti”, bronzo del 1980, che avevo fotografato nei sotterranei del palazzo palladiano.

Poco più di un mese dopo la inaugurazione del busto sul Ponte San Paolo, Nereo Quagliato si è suicidato; alcuni hanno messo in relazione questa triste vicenda con critiche apparse sui quotidiani vicentini:

“Sia il piedistallo che la sistemazione del busto hanno dato origine a diverse critiche apparse nei quotidiani locali, che sicuramente non hanno fatto felice il maestro, che già in quell’occasione era apparso affaticato e malinconico.”

 

Visite virtuali al tempo del COVID-19 (9) #iorestoacasa

La Fortuna

Siena, particolare delle Tarsie marmoree – Pavimentazione del Duomo realizzata dall’Operaio del Duomo Alberto Aringhieri (fine Quattrocento) su cartone commissionato e realizzato da Pinturicchio.

Fa parte della “Allegoria del colle della Sapienza

Da Wikipedia la simbologia della Fortuna è così descritta:

“La Fortuna, figura femminile dalla sorte capricciosa e instabile: si trova nell’estremità in basso a destra ed è rappresentata in tutti i suoi attributi tipici: poggia il piede su una sfera e su un’instabile barchetta, simboli di volubilità, e tiene in mano una vela gonfia che indica la casualità dell’andare col vento; la barca ha l’albero spezzato, simboleggiante i rischi di un malgoverno della Fortuna; la cornucopia nella mano destra infine mostra l’abbondanza dei doni che ella distribuisce senza alcun criterio.”

Il significato globale dell’allegoria è chiaro: il primo passo per raggiungere la sapienza è abbandonare la fiducia nella casualità della fortuna e invece percorrere il cammino della razionalità che abbisogna sia del sapere degli antichi che di quello dei moderni.

 

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Siena – (ex) Ospedale di Santa Maria della scalaPellegrinaio

Domenico di Bartolo, Il “Ghoverno” e la cura degli infermi (1440-1441)

La sala del Pellegrinaio era destinata a ricevere i viandanti e tutti coloro che avevano bisogno di ricovero, cure ed assistenza. Una magnifica serie di affreschi della prima metà del Quattrocento – opere di Lorenzo Vecchietta, Domenico di Bartolo, Priamo della Quercia e altri – rappresentano la storia dell’Ospedale e le sue principali funzioni: accoglienza dei pellegrini, aiuto dei poveri, assistenza e cura dei malati, accoglienza e cura dei “gettarelli” (bambini abbandonati dai genitori).

Di seguito la didascalia riportata alla base dell’affresco:

“Tra tutti gli affreschi del Pellegrinaio questo è senz’altro il più conosciuto e quello che forse meglio illustra l’attività svolta all’interno dell’ospedale. La critica ha identificato nei due ambienti che si incrociano al centro della scena le attuali sale del Passeggio e di San Pio. Attraverso una attenta lettura di questo dipinto gli studiosi hanno potuto fornire una puntuale ricostruzione di alcuni ambienti dell’ospedale, documentandone minuziosamente la vita quotidiana, scandita fin dall’inizio del Trecento dalle rigorose disposizioni statutarie. Al centro sono posti il rettore, i frati dell’ospedale e, al loro fianco, il chirurgo. Sulla sinistra è invece rappresentata la medicina fisica con un assistente che sta adagiando un malato sulla barella e due medici che si stanno consultando sulle urine contenute nel recipiente di vetro. Al centro, più in basso, un giovane ferito a una coscia viene lavato da un inserviente prima dell’intervento. Sulla destra un monaco sta confessando un paziente, mentre due inservienti stanno trasportando una barella.”

 

Visite virtuali al tempo del COVID-19 (11) #iorestoacasa

Biccherna

L’Ufficio di Biccherna era la principale istituzione finanziaria del Comune di Siena, documentata dal 1168; potremmo definirla una sorta di Ufficio delle Entrate del Comune. Era governata da cinque membri, un Camarlingo (monaco) e quattro Provveditori (laici), rinnovati ogni sei mesi. La Biccherna rappresentò il fulcro dell’attività finanziaria della repubblica di Siena sino alla sua sottomissione al dominio dei Medici (1555). I registri contabili e gli altri documenti raccolti e archiviati in volumi erano ricoperti da copertine lignee dipinte: le Tavolette di Biccherna o semplicemente “Biccherne”. L’Archivio di Stato di Siena le ha raccolte (oltre 100 pezzi datati dal 1258 al 1682) e rese usufruibili in apposito Museo: una mostra dal valore storico documentario e dal pregio artistico decisamente unica.

Nelle foto la Biccherna 1 (1258) e la 5 (1273) rappresentanti rispettivamente un Camarlingo e gli stemmi di quattro Provveditori.

BICCHERNA 1 (1258)

DON UGO MONACO DI S.GALGANO CAMARLINGO

La tavola rappresenta Don Ugo, monaco dell’abbazia cistercense di San Galgano e Camarlingo di Biccherna nel secondo semestre dell’anno 1258, raffigurato di profilo, seduto al banco di lavoro e in atto di esaminare un registro. Autore: Gilio di Pietro.

BICCHERNA 5 (1273)

STEMMI DEI QUATTRO PROVVEDITORI

L’unica parte della tavoletta da ritenersi duecentesca è la metà superiore, dove sono raffigurati l’iscrizione e gli stemmi dei quattro provveditori in carica in quel semestre: Enrico di Ranuccio Forteguerri (del Monte dei Gentiluomini), Tommaso Incontri, Gualtieri Rinaldini e Sozzo di Legaccio.

Si ritiene che la metà inferiore della tavoletta fu dipinta in epoca posteriore da un pittore ignoto che intendeva ricostruire una scena duecentesca svolta all’interno di un tribunale, dove si vedono un giudice nell’atto di pronunciare una sentenza assistito da una guardia armata e da due collaboratori, nei confronti di un uomo raffigurato in piedi di fronte al bancone degli ufficiali; in realtà l’aspetto dei personaggi e l’ambiente riconducono al XVII o XVIII secolo.

 

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Rimango ancora qualche giorno nell’Archivio di Stato di Siena. Il tema di queste biccherne che ho a suo tempo fotografato è quello del Buon Governo che garantisce la libertà se difende la pace e ben amministra le finanze.

In questo caso le opere lignee non provengono direttamente dall’Ufficio centrale di Biccherna, ma dall’ufficio di Gabella: derivato nel duecento da quello principale e specializzato nella gestione della riscossione delle imposte indirette del Comune. Per cui queste biccherne sono denominate anche “gabelle”.

Biccherna 16: Allegoria del Buon governo ripresa dal Ciclo di Lorenzetti.

Biccherna 35: Le finanze del Comune in tempo di pace e di guerra.

Biccherna 38: Il buon Governo che presiede l’ufficio della Gabella.

Biccherna 16: IL BUON GOVERNO DI SIENA

Gabella (1344)

La metà superiore della tavola è occupata dalla raffigurazione dell’allegoria del Buon Governo, diretta derivazione dall’omonimo ciclo di affreschi eseguito da Ambrogio Lorenzetti dentro al Palazzo Pubblico di Siena. La scena mostra un vecchio seduto in trono, la personificazione del Comune, che indossa un abito bianco e nero (i colori di Siena) e regge tra le mani le insegne del potere: lo scettro e uno scudo recante il sigillo municipale; ai suoi piedi giace la lupa capitolina che allatta i gemelli Aschio e Senio, mitici fondatori della città. In alto, ai lati del volto del vecchio, si legge l’iscrizione C(IVITAS) S(ENARUM) C(IVITAS) V(IRGINIS). Al di sotto è presente una fascia orizzontale con l’immagine dei tre stemmi delle famiglie degli esecutori di Gabella, ricordati anche nella sottostante iscrizione posta nella metà inferiore della tavola: Bindo di Petruccio Forteguerri, Giovanni di Meo Mignanelli Baldinotti, Mino d’Andreoccio.

Biccherna 35: LE FINANZE DEL COMUNE IN TEMPO DI PACE E IN TEMPO DI GUERRA

Gabella (1468)

Sulla metà superiore della tavola è raffigurata la celebrazione della “pace paolina” stipulata il 25 aprile 1468 per volere di papa Pio II tra Bartolomeo Colleoni e Piero dei Medici per porre fine ai tentativi espansionistici del condottiero veneziano in Toscana. La Pace e la Guerra sono rappresentate da due personaggi femminili con abiti velati posti alle estremità superiori della scena e sovrastanti due diversi gruppi di figure. A sinistra si vede la Pace, con volto composto e capelli raccolti, che tiene in mano ramoscelli d’olivo, accompagnata dall’iscrizione “pax cives ditat”; a destra la Guerra, scarmigliata, con la spada sguainata e le lingue di fuoco, davanti alla quale si legge l’iscrizione “hoc exteros” . Al di sotto sono indicati gli effetti che ciascuna di esse produce sull’economia e sulla vita cittadina. La Pace rende prosperi i senesi, raffigurati paludati nel “civile” lucco e colti nell’atto di pagare le gabelle al camarlingo che, in piedi dietro il bancone conta le monete e le inserisce in una borsa di cuoio da riporre nel cassone aperto alle sue spalle: la ricchezza del pubblico erario corrisponde alla prosperità dello Stato e dei cittadini. La Guerra invece impoverisce lo Stato e avvantaggia i capitani di ventura forestieri, raffigurati in corti e vistosi mantelletti, armati e scortati dai loro scudieri, nell’atto di riscuotere il soldo dalle mani del camarlingo che così vuota il cassone: il prosciugamento del pubblico erario, dissanguato dalle pretese dei mercenari, corrisponde alla povertà dello Stato dei cittadini.

Sotto la scena è presente una striscia orizzontale con otto stemmi delle famiglie degli ufficiali in carica in quell’anno: Capacci, Venturini, Giovannelli, Marzi, Cerretani, Vitaleoni, Umidi, Del Garga. Altri quattro stemmi inquadrano l’iscrizione che occupa la zona inferiore della tavola e sono relativi alle famiglie

Attribuzione: Benvenuto di Giovanni

Biccherna 38: IL BUON GOVERNO NELL’UFFICIO DELLA GABELLA

Gabella (1474)

La parte superiore della tavola mostra l’allegoria del Buon Governo, raffigurato come un uomo anziano con barba e lunghi capelli bianchi, seduto in trono con abito bianco e nero, scettro e globo bipartito che lo identificano come personificazione del Comune di Siena. Ai lati si vedono lo scriba ed il Camarlingo seduti ai tavoli di lavoro all’interno dell’ufficio; sui banconi gli strumenti di lavoro (registri, penne e calamai, borse contenenti denari) e sul retro le casse aperte usate per custodire monete e libri contabili. Sullo sfondo di colore nero compaiono alcune didascalie; al centro “LIBERTAS” sopra alla testa del vecchio e “KI BENE MINISTRA REMGNA” di fronte alla bocca dello stesso personaggio.

Al di sotto sono dipinti dodici stemmi relativi agli ufficiali in carica in quell’anno, ricordati anche nella sottostante iscrizione: Gori, Peri, Sozzi, Arduini, Tolomei, Bellarmati, Umidi, Arrighi, Gallerani, Piccolomini e dei notai Francesco di Antonio e Galgano di Cenni.

Attribuzione: Benvenuto di Giovanni

 

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Biccherne

Continuo – e concludo – oggi la visita all’Archivio di Stato di Siena e alle sue biccherne. I temi di oggi sono religiosi: la sapienza destinata agli uomini che ha la sua origine in Dio; la Vergine protettrice della città di Siena al tempo dei terremoti e quale protettrice dei bisognosi (Madonna della misericordia): quest’ultima proveniente dall’Ospedale di Santa Maria della Scala (confronta visita virtuale n. 10).

Biccherna 36: La sapienza emanata da Dio (1471 – Sano di Pietro)

Biccherna 34: La Vergine protegge Siena in tempo di terremoti (1467 – Francesco di Giorgio Martini)

Biccherna 100: La Madonna della misericordia (XV secolo – Giovanni di Paolo)

LA SAPIENZA EMANATA DA DIO

Biccherna 36 – 1471

La parte superiore della tavola mostra la raffigurazione di Dio Padre seduto in trono sulla destra, in abito e ampio mantello rosso, illuminato da raggi di luce dorata e da una grande aureola, inserito sullo sfondo di un cielo azzurro stellato. Il Padre Eterno è rivolto verso la parte sinistra della scena, dove da un cerchio simile ad una sfera raggiata esce l’immagine leggera e vibrante della Sapienza, rappresentata come una fanciulla bionda in abito rosa, che indica Dio con l’indice della mano destra e si identifica attraverso il cartiglio recante il suo nome, tenuto nella mano sinistra. La fanciulla è inquadrata da uno sfondo verdeggiante che mostra in lontananza le dolci colline toscane. Al di sotto c’è una fascia orizzontale doppia con dieci stemmi delle famiglie degli ufficiali in carica in quell’anno: Capacci, Dati, Biringucci, Castellani, Buonsignori, Landi, Saracini, Bindi, Del Garga, Agazzari. Altri due stemmi, posti in fondo alla tavola insieme all’iscrizione, si riferiscono alle famiglie dei notai Cecchini e Turelli.

Autore: Sano di Pietro

LA VERGINE PROTEGGE SIENA IN TEMPO DI TERREMOTI

Biccherna 34 – 1467

La parte superiore della tavola mostra una doppia scena disposta su due registri; in alto la Vergine circondata da sei angeli, con le braccia aperte in segno di protezione verso la città di Siena, raffigurata nel registro sottostante. L’episodio è stato ricondotto ai violenti terremoti che colpirono il territorio senese negli anni 1466-1467, come ricorda l’iscrizione AL TENPO DE TREMUOTI che risalta sul cielo chiaro circostante il paesaggio senese. Si vedono la città con le mura e le torri, i campanili di Palazzo Pubblico e del Duomo e in primo piano le tende allestite fuori dal tessuto urbano, ricordate anche dai cronisti dell’epoca. Al di sotto è dipinta una fascia orizzontale con otto stemmi delle famiglie degli ufficiali in carica in quell’anno, citati anche nell’iscrizione riportata sulla parte inferiore della tavola: d’Andrea, Forteguerri, Giacopelli, Ghini, Savini, Guglielmi, Guidarelli, d’Elci. Altri due stemmi, riferibili alle famiglie Tondi e Bichi sono inseriti ai lati dell’iscrizione.

Autore: Francesco di Giorgio Martini e fiduciario di Francesco

LA MADONNA DELLA MISERICORDIA

Biccherna 100

Ospedale Santa Maria della Scala – XV secolo

La parte superiore della tavola è dedicata alla raffigurazione della Madonna della Misericordia, rappresentata con il manto azzurro aperto ad accogliere i bisognosi che invocavano la sua protezione, inginocchiati e in atto di preghiera.

Nella parte inferiore è dipinta l’iscrizione LIBRO VITALE, inquadrata da due stemmi dell’Ospedale di Santa Maria della Scala, testimonianza della pertinenza della tavola ad un registro dove erano annotati i nomi degli oblati ai quali spettava un vitalizio in generi alimentari e denaro erogato dall’Ospedale.

Autore: Giovanni di Paolo

 

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Ambrogio Lorenzetti: La Pace

In questo quattordicesimo giorno di (ri)visite virtuali rimango ancora a Siena: non può mancare in questo percorso il Palazzo Comunale e in particolare la Sala dei Nove che, con gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, affronta il tema laico per eccellenza: quello del Buon governo e dei suoi effetti in città e in campagna; a fianco quello corrispondentemente antitetico del Cattivo governo.

Il locale è anche denominato “Sala della Pace” perché al centro della parete centrale, che rappresenta allegoricamente il Buon governo, si staglia la raffigurazione della Pace – caratterizzata dalla corona e dal ramoscello di ulivo – che si differenzia dalle altre virtù sia per la postura semisdraiata che per la candida veste: sotto di lei e ai suoi piedi, a precluderne l’uso, armi ed armature. Centrale perché, implicitamente, senza Pace non è possibile alcun buon governo.

Da sottolineare come nella rappresentazione allegorica di questo tema oltre alle sette virtù tradizionali della dottrina cristiana (Teologali e Cardinali) Lorenzetti ne aggiunga due specificamente (e laicamente) caratterizzanti il ben governare: la Magnanimità e, appunto, la Pace.

 

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[1] 17 – Il Castigo Di Babilonia, Immagine Dei Nemici Di Dio

Uno dei sette angeli, che avevano le sette coppe, venne a dirmi: «Vieni, ti fa­rò vedere il castigo decretato per la grande pro­stituta che abita presso molte acque. I re della terra si sono prostituiti con lei e gli abitanti della terra si sono ubriacati con il vino della sua prostituzione».

Lo Spirito s’impadronì di me, e io fui tra­sportato nel deserto. Là vidi una donna seduta su un mostro di colore scarlatto, tutto coperto di parole di bestemmia. Il mostro aveva sette teste e dieci corna. I vestiti della donna erano di porpora e scarlatto. Portava gioielli d’oro, perle e pietre preziose, e teneva in mano un ca­lice d’oro dal contenuto ripugnante: le impuri­tà della sua prostituzione. Sulla sua fronte era scritto un nome misterioso: «Babilonia», la grande città, la madre delle prostituzioni e del­le oscenità di tutto il mondo. Allora mi accor­si che la donna era ubriaca del sangue del po­polo di Dio e del sangue di quelli che sono morti per la fede in Gesù.

Al vederla fui preso da grande stupore, e l’angelo mi disse: «Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il significato misterioso della donna e del mostro che la sostiene, quello che ha set­te teste e dieci corna.

«Il mostro che hai visto rappresenta uno che viveva una volta, e ora non più, ma sta per salire dal mondo sotterraneo e andare verso la sua distruzione definitiva. Gli abitanti della ter­ra, che non sono registrati nel libro della vita fin dalla creazione del mondo, si meraviglia­rono vedendo che il mostro una volta viveva e ora non è più, e sta per riapparire.

«Qui ci vuole un po’ di intelligenza: le set­te teste sono i sette colli sui quali la donna è seduta. Sono anche sette re. Cinque sono già caduti, uno regna ora, e il settimo non è anco­ra venuto. Quando verrà, durerà poco. Il mo­stro che viveva una volta e ora non più è l’ot­tavo re, ma è anche uno dei sette, e va verso la distruzione definitiva.

«Le dieci corna che vedi sono dieci re, che non sono ancora arrivati a regnare, ma avranno la possibilità di regnare per un’ora insieme con il mostro. I dieci re sono tutti d’accordo: vogliono cedere al mostro la loro forza e il loro potere. Essi combatteranno contro l’Agnello, ma l’Agnello li vincerà, perché egli è Signore sopra tutti i signori e Re sopra tutti i re. Quelli che lo accompagnano nella vittoria sono stati chiamati e prescelti e gli sono fedeli»

L’angelo continuò a spiegare: «Le acque che hai visto, dove abita la prostituta, rappre­sentano popoli, moltitudini, nazioni e lingue. Il mostro e le dieci corna che hai visto odieranno la prostituta, la lasceranno nuda e priva di tutto, divideranno la sua carne e distrugge­ranno i suoi resti con il fuoco. È stato Dio a mettere in mente ai dieci re di eseguire il suo progetto. Così agiranno di comune accordo e daranno il loro potere al mostro, fino a che non sia compiuto tutto ciò che Dio ha detto.

«La donna che hai visto è la grande città che comanda su tutti i re della terra».

18 – La caduta di Babilonia

Dopo queste spiegazioni vidi scendere dal cielo un altro angelo che aveva gran­di poteri, e il suo splendore illuminò tutta la terra. L angelo gridò con voce potente:

«E caduta!

La grande Babilonia è caduta!

E diventata dimora di demòni,

rifugio di tutti gli spiriti immondi,

rifugio di ogni uccello impuro e ripugnante.

Tutte le nazioni hanno bevuto il vino della sua sfrenata prostituzione,

i re della terra si sono prostituiti con lei,

e i mercanti si sono arricchiti della sua ric­chezza favolosa».

Poi intesi un’altra voce che proveniva dal cielo:

«Uscite da Babilonia, popolo mio,

per non diventare complici dei suoi peccati;

fuggite,

per non subire insieme con lei il castigo che la colpisce.

I suoi peccati si sono accumulati fino al cielo,

Dio ha tenuto conto della sua condotta per­versa.

Trattatela come ha trattato gli altri,

rendetele il doppio del male che ha fatto,

versatele doppia razione

nella coppa che ha fatto bere agli altri.

Fatele soffrire dolore e tormenti

nella misura in cui si procurò splendore e piacere.

Essa diceva fra sé e sé:

Sono una regina in trono,

non una povera vedova,

il lutto non mi toccherà.

«Ecco perché in un giorno solo si abbatte­ranno di colpo su di lei tutti i castighi: malattia mortale, lutto, carestia, e sarà consumata dal fuoco. Potente è Dio che l’ha condannata.

«I re della terra, che vissero con lei una vi­ta di lusso e di prostituzione, piangeranno per lei e si lamenteranno quando vedranno il fumo della città incendiata. Spaventati dai suoi tormenti resteranno a rispettosa distanza, e di­ranno:

“Povera e sventurata sei tu, Babilonia,

grande e potente città!

In un attimo la tua condanna ti ha raggiun­ta”.

«I mercanti della terra piangeranno e si la­menteranno per causa sua, perché nessuno comprerà più le loro merci: oro, argento, pie­tre preziose, perle, tessuti raffinati, porpora, seta, scarlatto, profumi, oggetti di avorio e di le­gno pregiato, di bronzo, di ferro e di marmo, cannella, spezie, aromi, olio profumato, vino e olio, farina e frumento, bovini e ovini, caval­li e carrozze, e persino esseri umani venduti come schiavi.

“I prodotti che ti piacevano tanto

non sono più a tua disposizione;

splendore e lusso sono finiti per te;

non li ritroverai mai più!”.

«I mercanti diventati ricchi, trafficando con Babilonia, se ne staranno lontano, atterri­ti dalle sue sofferenze; piangeranno e si la­menteranno, dicendo:

“Povera e sventurata sei tu,

Babilonia, la grande città:

vestita di tessuti preziosi,

di porpora e di scarlatto,

ornata di gioielli d’oro,

di perle e pietre preziose.

In un attimo

è svanita la tua grande ricchezza”.

«Capitani e marinai, naviganti e chiunque altro lavora sul mare, staranno anche loro ben lontani, guarderanno il fumo della città in­cendiata, e diranno: “Non c’è mai stata una cit­tà grande come questa”. “Si spargeranno di polvere il capo, piangeranno e si lamente­ranno:

“Povera e sventurata sei tu,

Babilonia, la grande città:

tutti quelli che avevano navi in mare

si sono arricchiti grazie alla tua ricchezza.

E adesso, in un attimo,

sei diventata un deserto.

Esulta per la sua rovina, o cielo!

Esultate, voi tutti che appartenete al Si­gnore,

esultate, apostoli e profeti di Dio,

perché Dio l’ha punita

e così vi ha reso giustizia”».

Allora un angelo vigoroso prese una pietra grande come una macina da mulino e la sca­gliò in mare, dicendo:

«Così sarà precipitata Babilonia,

la grande città;

nessuno la vedrà più.

In te non si sentirà più suonare l’arpa né cantare,

non si vedranno più né flauti né trombe.

Non ci sarà più nessun artigiano,

non si sentirà più il rumore del mulino,

non si vedrà più la luce delle lampade,

non si udrà più voce di sposo o di sposa.

I tuoi mercanti erano i padroni del mondo,

e con le tue stregonerie hai ingannato tutte le nazioni.

In Babilonia c’è il sangue dei profeti e dei santi,

di tutti quelli che sono stati ammazzati sul­la terra».

(Apocalisse. Cap. 17 e 18. Bibbia. Traduzione interconfessionale, ed. LCD)

 

 

 

 

 

 

 

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